Abbiamo incontrato Massimo Casabianca, PADI Course Director, che è stato il fautore del GoPro Diving Network e ne è il fulcro. Come vecchi amici, quest’intervista si è trasformata in una piacevolissima chiacchierata dove sono stati rievocati esilaranti ricordi di stagioni passate in Mar Rosso e di corsi istruttori tenuti un po’ in tutto il mondo. Tra una battuta e una risata, abbiamo parlato anche di questo.

Ti ricordi la tua prima immersione?

Certo che me la ricordo la mia prima immersione! Era l’ottobre del 1979, con un mio amico, all’Isola del Tino. Sulla schiena un bibo con un solo erogatore e senza GAV. Senza un brevetto, senza niente… dopo un briefing fatto dal mio amico sul gommone, siamo entrati in acqua di schiena. Lì ho capito che per andare sott’acqua serviva qualcosa in più, oltre a un erogatore e una bombola, cioè avere coscienza di ciò che si fa.

Quando hai capito che la subacquea sarebbe stata la tua professione… quando hai scelto questa strada?

Nell’ottobre del 1979, proprio in quella mia prima volta.

E il tuo IDC, il tuo Corso Istruttori, te lo ricordi?

Si, certo, benissimo! Andai a farlo a S.Angelo – Isola d’Ischia – nell’autunno del 1990, con Giuseppe Minopoli come Course Director e Gianni Petrongari come IDC Staff Instructor. È stata un’emozione che non potrò mai dimenticare.

Dalla tua prima immersione, come sei arrivato al corso istruttori?

Poco dopo la mia prima esperienza feci un corso di primo livello FIPS che durò quasi un anno… un impegno pazzesco! Poi, nel ‘87 incontrai un giovane istruttore PADI – Marco Castellazzi – che mi disse se avevo voglia di conoscere un modo diverso di concepire la subacquea. Considerando che allora i brevetti FIPS non erano riconosciuti all’estero, accettai di iniziare tutto da capo e feci il corso Open Water e poi, sempre con lui, a seguire tutti gli altri fino al Divemaster. 

Perché hai scelto PADI per la tua carriera?

Da subito, della PADI mi è piaciuto il metodo di apprendimento, i supporti didattici e, soprattutto l’approccio, esattamente il contrario di quello che avevo sperimentato durante il corso iniziale: tieni conto che il mio istruttore FIPS era un ex incursore del Varignano (Fortezza del Varignano, presso La Spezia, dove ha sede il Comando Subacquei e Incursori della Marina Militare, conosciuto come CONSUBIN – n.d.r.) e i suoi metodi – tipo il passo da gigante, con attrezzatura completa e maschera oscurata, fatto dall’altezza di 3 metri – erano tutt’altro che da subacquea ricreativa. 

In definitiva, con PADI ho scoperto il modo di andare sott’acqua divertendosi.

Che cos’è per te la PADI?

È l’associazione che mi ha permesso di trasformare la mia passione in professione! E, per questo, la mia gratitudine nei suoi confronti non sarà mai abbastanza. Mi ha dato un’opportunità unica nel suo genere: quando si riesce a fare in modo che il tuo lavoro sia anche la tua passione, credo che si dia un senso alla vita. La PADI e la mia professione, non mi hanno mai tradito e mi hanno permesso di vivere tantissimi momenti incredibilmente belli.

Perché i professionisti PADI – da Divemaster in su – sono i più richiesti dai diving center di tutto il mondo?

Sicuramente perché noi – istruttori PADI – portiamo una fiaccola. E la portiamo solo noi. Intanto è una fiaccola importante che, anche sott’acqua “non si spegne mai”; tutte le altre si spengono, questa no; anzi si auto alimenta. Si auto alimenta perché dietro, in ognuno che la porta, c’è un cuore, c’è tanta passione. Che poi si traduce anche in un piacere quotidiano: ogni mattina che mi sveglio per andare al lavoro, mi sento fortunato.

Per rispondere in sintesi alla domanda, noi professionisti PADI abbiamo una marcia in più data dalla passione in ciò che facciamo e dal sentirsi parte integrante di una grande famiglia.

Tu lo sai che sei ritenuto da PADI e dalla comunità subacquea in generale, uno dei migliori Course Director al mondo?

Sinceramente, no! Non ne ho la percezione, ma, se così è, questa cosa mi ripaga di tanti sacrifici. Più che essere uno dei migliori, spero di continuare a fare il lavoro che sto facendo – fino a che il mio fisico mi permetterà – con la stessa voglia che ho adesso e che ho sempre avuto. 

Cosa vuol dire – per te – essere un PADI Course Director?

Vuol dire essere… No, anzi, più che essere, vuol dire avere una grossa responsabilità. Io ho sempre approcciato ogni corso istruttori che ho tenuto con la consapevolezza che stavo per formare dei ragazzi che poi avrebbero dovuto lavorare e a loro volta formare nuovi subacquei. Ho cercato, per ciò, di non essere un semplice “lettore di un manuale”, ma di trasmettere quello che è il vero motivo per cui si diventa istruttori subacquei e, anche, di trasmettere i valori pratici, quelli che ci permettono di rispondere nel modo migliore a tutto ciò che da istruttori incontriamo ogni giorno. Che, poi, è esattamente lo spirito che la PADI ha messo nel nuovo IDC appena rinnovato. 

Quanti corsi PADI IDC hai tenuto come Course Director e, più o meno, quanti istruttori hai formato?

Dal novembre del ’94 – data in cui sono diventato Course Director – ho formato 2690 professionisti PADI, in circa 120 IDC.

Penso che la vita sia una sequenza di scelte e, in alcuni casi, anche di rinunce specie se si desidera conseguire traguardi importanti: tu, che rinunce hai dovuto affrontare per arrivare all’apice della carriera professionale PADI?

A una famiglia! Se questo lavoro diventa la ragione della tua vita, difficilmente si riescono a conciliare affetti: ho fatto corsi istruttore in giro per il mondo e questo continuo errare ti dà molto dal punto di vista del senso d’avventura, ma ti toglie anche qualcosa… per esempio, non ho figli.

Il mestiere di istruttore subacqueo – come ogni professione – è costruito su diverse fondamenta, da diversi elementi…  dai un valore – tra 0 e 100 – ai seguenti fattori: 

professionalità, 90%; 

etica, 80%; 

passione, 100%; 

cultura/preparazione, 90%; 

umiltà, 80%.

In sintesi, cosa determina la differenza tra un buon istruttore e un eccellente istruttore subacqueo?

Sicuramente, la passione! Soprattutto adesso che la PADI ci ha dato tutti gli strumenti necessari per svolgere al meglio il nostro lavoro. I supporti didattici sono assolutamente completi e si trovano praticamente in tutte le lingue; per cui, la strada per la conoscenza si è praticamente semplificata… ed è il cuore che fa la differenza e permette di essere un eccellente istruttore subacqueo. Ne sono convintissimo!

Come è nata l’idea di questo Network?

Amici, passione, voglia di continuare a portare avanti la “fiaccola” con nuove sfide!

Perché hai scelto questi sei PADI 5 Star Instructor Development Center?

Perché, prima di tutto, i loro responsabili sono dei cari amici. Poi, sono dei gran professionisti, sono bravi e competenti!

Ti diverte ancora tenere corsi istruttori?

Mi diverte da morire…. Non vedo l’ora di ricominciare e di tornare in acqua!

Grazie, Massimo, a presto…